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Non è necessario che il contratto abbia una durata superiore alla durata residua della cessione del quinto. E' solo una questione di opportunità.
Mi spiego meglio: se ti licenzi e poi firmi un contratto a tempo determinato di 18 mesi (ad esempio) la finanziaria potrebbe decidere di notificare il contratto di prestito alla nuova ditta al fine di farsi pagare almeno 18 rate.
E' chiaro che con un contratto di soli 7 mesi questa decisione non verrebbe presa perché il gioco non vale la candela.
Comunque io rimango della mia opinione: i rischi mi sembrano eccessivi anche perché nessuno dei due sa bene come si comporteranno le parti in gioco: la vecchia ditta, la nuova ditta, il fondo pensionistico e la finanziaria.
Ritengo assurdo calcolare i tempi con precisione (contratto di 7 mesi) quando basta il minimo intoppo o ritardo per far saltare tutto.
A me basta passare i sei mesi (tempo massimo che ha il fondo per liquidare le finanziarie, se lo fa prima meglio ancora) dopo vengo riassunto dalla mia ditta attuale.
Nei sei mesi il mio amico mi farebbe due contratti da 3 mesi, dubito che le finanziarie si facciano avanti, non avrebbe senso, come dici anche tu il gioco non varrebbe la candela.
Ad oggi veramente non ce la faccio più ad andare avanti, tra affitto e cessioni non arrivo mai a fine mese, devo rischiare purtroppo.
Ti capisco, speriamo bene, allora.
Solo un altro consiglio: prevedi qualche mese in più perché il fondo potrebbe non essere così sollecito a liquidare la tua quota.
Altro dubbio: sei proprio sicuro che la tua ditta, con gli attuali chiaro-scuri derivanti dal Covid, ti riassumerà?