Lo SPID: perché è necessario averlo
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Sempre più spesso sentiamo parlare di SPID quando abbiamo a che fare con uno o più servizi della Pubblica Amministrazione.
Si tratta di un acronimo che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale, anche se non vi sfuggirà che si pronunci come il termine inglese “speed”, che significa “veloce”. E, in effetti, il suo obiettivo consiste proprio nel velocizzare le relazioni tra cittadino e apparati dello stato.
Lo SPID serve, infatti, ad accedere a tutti i servizi pubblici digitalizzati, usando una sola coppia di credenziali (un nome utente e una password), rafforzata da una OTP (One Time Password) ossia da un codice numerico che verrà inviato ogni volta con SMS o attraverso una App.
Finalmente, possiamo mettere in soffitta le numerose credenziali che servivano fino a qualche anno fa per accedere a questo o quel sito pubblico, a questa o a quella App. Una grandissima comodità e una grandissima sicurezza.
Il boom dello SPID
Alla fine del novembre 2020, gli SPID attivati risultavano 13,4 milioni, segnando un impressionante +50% su base annua e un incremento di 1 milione in un solo mese.
È probabile che sul boom stiano incidendo più fattori. Il primo sarebbe la necessità avvertita dal cittadino di possedere credenziali per accedere ai servizi della P.A., così da evitare la presenza fisica negli uffici, impedita o considerata rischiosa in questi mesi di pandemia, tra un lockdown e l’altro.
Debutta il Cashback
Secondariamente, come tutti ormai sappiamo, dall’8 dicembre debutta il “cashback” voluto dal governo per premiare e incentivare l’uso dei pagamenti elettronici. Chi paga – nei negozi fisici – con Carta di Credito, Bancomat o App riceverà un accredito sul proprio conto corrente pari al 10% della somma pagata (con un massimo di 150 euro) purché abbia effettuato nel mese almeno 10 operazioni di pagamento.
A partire dal 2021, il Cashback sarà reso strutturale, con accrediti fino a 150 euro ogni 6 mesi e per non meno di 50 operazioni da complessivi 1.500 euro.
Per avere diritto al 10% della spesa effettuata, però, bisogna scaricare l’App IO e accreditarsi tramite l’uso dello SPID. Senza lo SPID non si avrà diritto al rimborso.
La lotteria degli scontrini
Lo SPID vi servirà anche per partecipare alla lotteria degli scontrini, un ulteriore incentivo all’uso dei pagamenti elettronici in funzione anti-evasione fiscale e che trasforma la ricevuta fiscale battuta dal negoziante in un biglietto virtuale valido per una delle estrazioni a sorte periodiche dell’Agenzia delle Entrate.
Lo SPID per i servizi della Pubblica Amministrazione
Ovviamente, lo SPID non serve solo per partecipare a queste iniziative volontarie. È stato richiesto come obbligatorio, ad esempio, per fare richiesta online del reddito di cittadinanza sin dal 2019, così come per accedere ai numerosi bonus erogati anche prima dell’emergenza Covid, come quello per gli insegnanti e per i diciottenni.
Non a caso, circa i due terzi degli utenti in possesso di SPID risultano essere donna, risentendo probabilmente del fatto che moltissimi lo abbiano richiesto tra i docenti, categoria ad alto tasso di partecipazione femminile.
Come si attiva lo SPID
Come si attiva? Per prima cosa, bisogna andare sul sito SPID.gov.it e farne richiesta a uno dei gestori digitali accreditati.
Questi sono aziende private, che a seguito a un accordo con lo stato si occupano di rilasciare l’identità digitale ai richiedenti dopo averne verificato i dati (nome, cognome, sesso, data e luogo di nascita, codice fiscale, estremi del documento di identità), unitamente ai contatti (indirizzo di posta elettronica e numero di cellulare).
Questo procedimento può avvenire di presenza, cioè recandosi presso una delle sedi del gestore (come avviene con Poste Italiane) oppure da casa.
Se invece si sceglie l’identificazione a distanza, esistono quattro modi per ottenere lo SPID:
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Identificazione da remoto tramite webcam. In questo caso serve la prenotazione e il pagamento di circa 15 euro;
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Identificazione tramite un filmato in cui si esibiscono i propri documenti di identità;
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Tramite la Carta di Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
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Con la firma digitale.
Una unica password per tutti i servizi
Ora, al di là dei tecnicismi, l’aspetto che maggiormente rileva è che lo SPID è destinato a sostituire progressivamente tutte le differenti credenziali di accesso ad oggi utilizzate per accedere agli svariati servizi.
Esisterà un unico sistema di identificazione del cittadino-utente e per un numero crescente di servizi.
Tali servizi spaziano dalla consultazione del proprio profilo contributivo e pensionistico, al sito INPS, alla visualizzazione della posizione fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre si otterranno richieste di certificati al Comune, il pagamento del bollo auto e di altre scadenze, etc.
A dire il vero, lo SPID servirà sempre più anche per servizi resi da entità private.
Con il tempo, anche le aziende lo richiederanno per trattare con i clienti (pensate all’e-commerce o al mondo bancario) e i dipendenti.
Anzi, sul piano economico il sistema si reggerà solo se l’adozione sarà generalizzata e varcherà i confini della Pubblica Amministrazione per approdare al mondo privato.
Le identità digitali all’estero
E all’estero? I sistemi di identità digitale esistono anche negli altri stati. Anzi, in alcuni di essi trova un impiego ben più diffuso che in Italia. Parliamo principalmente dei paesi scandinavi, che a fronte di una popolazione complessiva di 25 milioni di abitanti hanno oltre il 90% di registrazioni per l’identità digitale, nota come eID. Mediamente, ciascun cittadino-utente scandinavo utilizza il sistema per almeno quattro volte alla settimana.
In Germania, il neuer Personalausweis (nPA) esiste pressappoco sin dalla fine del 2010, quando fu possibile associare l’identità digitale alla carta d’identità.
Tuttavia, il decollo qui è stato molto più lento e difficoltoso, principalmente a causa della riluttanza dei tedeschi a fornire online i propri dati. Questo è sintomo di una minore fiducia verso le istituzioni ed entità private come le banche, rispetto agli scandinavi.
Inoltre, il numero degli stessi servizi offerti è stato a lungo ristretto, per cui molti tedeschi non hanno percepito la convenienza all’uso dell’nPA, il loro SPID.
Siamo in ritardo ma stiamo recuperando
In definitiva, l’Italia è partita con l’identità digitale solo nel 2016 e fino allo scorso anno le registrazioni risultavano relativamente poche.
Quest’anno tra Covid e numerose iniziative del governo per favorire la digitalizzazione, molto si è mosso e in breve tempo.
Bonus vari e la necessità di evitare la presenza fisica presso gli uffici stanno creando quella massa critica necessaria per il salto di qualità.
Il futuro dei servizi, non solo pubblici, sarà sempre più a distanza e senza l’uso della carta. Finalmente.
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